martedì 9 febbraio 2021

Lo smartphone nello smartcervello

Fonte: http://kelebeklerblog.com   Posted on by Miguel Martinez 

Mi sembra una delle notizie più significative dell’anno, ma l’ho trovata per caso.

La rivista Nature Communications (alzi la mano chi la segue regolarmente) ha pubblicato un articolo dal titolo Soft subdermal implant capable of wireless battery charging and programmable controls for applications in optogenetics, ma è quasi perfettamente comprensibile a un profano.

L’articolo è scritto da undici coreani e un iraniano. che però è un americano.

I tecnoscienziati prendono questo aggeggio, detto wireless optoelectronic system:

E lo ficcano abilmente dentro il cervello di un topo, con dei Led che sbucano fuori dal cranio:

La didascalia recita:

Illustrazione concettuale di un sistema di sonda optoelettronico senza filo impiantato in maniera sottocutanea nella testa di un roditore per permettere il cotrollo di circuiti neuronali nelle parte profonda del cervello”.

Sembra un po’ grosso, ma la Prima Legge di Moore constata che

«La complessità di un microcircuito, misurata ad esempio tramite il numero di transistor per chip, raddoppia ogni 18 mesi (e quadruplica quindi ogni 3 anni).»

Quindi tra diciotto mesi, o il chip misurerà la metà, o potrà fare il doppio del lavoro.

Perché hanno ficcato l’aggeggio dentro il cervello del topo?

“L’optogenetica è una potente tecnica che permette la manipolazione spaziotemporale mirata [target-specific] dell’attività neuronale per la dissezione di circuiti neuronali e interventi terapeutici”.

Finora, gli studiosi si lamentano, c’era stato il problema di come ricaricare questi aggeggi, perché bisognava prendere i topi, legarli e attaccarli alla presa per il tempo necessario.

Adesso invece “basta uno smartphone” e si possono telecomandare i cervelli di più topi alla volta:

Ora, conosco molte persone che sono contente che si faccia tutto il possibile ai topi, comunque gli studiosi dicono chiaramente che il vero obiettivo è un altro:

“Il sistema optoelettronico pienamente impiantabile, ricaricabile senza fili e morbido che proponiamo qui può offrire nuove opportunità per permettere l’optogenetica nel cervello umano per applicazioni terapeutiche.”

Applicazioni terapeutiche?

Vediamo un esempio pratico, cioè quello utilizzato dai tecnoscienziati per testare l’efficacia del Cervello Smart 2.0.

Innanzitutto gli sperimentatori si rivolgono al loro spacciatore di fiducia, tale Belgopia, che produce e smercia a Louvain-la-Neuve nel lontano Belgio (ma il globomondo è piccolo), e acquistano cocaina idrocloruro.

“Poi ai topi fu somministrata, o soluzione salina o cocaina, con o senza stimolazione ottica, e le loro attività motorie sono state misurate per 60 min. I dispositivi optoelettronici impiantati sono stati accoppiati a uno smartphone tramite Bluetooth e manovrati utilizzando un’app personalizzata per smartphone.”

La mano umana accende i Led:

Merita un’occhiata questo video di ciò che chiamano un freely moving rat, che ha più o meno lo stesso spazio di manovra di uno studente oggi mentre fa la Didattica a Distanza durante il Lockdown:

Per ora, sembra che la ricerca si limiti allo studio dei cervelli (successivamente sezionati), non ancora al controllo delle loro azioni.

La parte divertente arriverà quando si passerà dalla ricerca dati all’interattività.

Sarà il vero futuro della Customer Experience.

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