venerdì 11 gennaio 2013

Intelligenza collettiva per le competenze linguistiche

Con intelligenza collettiva Pierré Levy ha indicato quel tipo di intelligenza distribuita che si trova ovunque sia presente “umanità” in senso di essere umano. 
Parte dal presupposto che ognuno di noi abbia delle competenze che possono essere utili a qualcun altro. 
In questa intervista, spiega il concetto.


Con l’introduzione delle reti la possibilità di accedere al deposito informativo e conoscitivo, diventa molto più facile e da subito, dalle prime reti nascono dei centri sinergici in cui si concentra questa forma di conoscenza.

Ci sono le comunità virtuali, termine che nasce e si diffonde grazie all’analisi di Howard Rheingold, che per primo ne delinea gli aspetti principali nel suo libro “Howard Rheingold, Comunità virtuali, Sperling e Kupfer, Milano 1994.
Egli ne fa una prima grande classificazione in riferimento alle caratteristiche comuni, dividendo i centri di aggregazione in “associazioni” e “forme di tecnosocialità fluttuante” in cui le prime si configurano come gruppi organizzati secondo ruoli e regole definite. Spesso il senso di appartenenza a questi gruppi è molto forte e viene rinnovato periodicamente tramite l’adesione a progetti comuni. 
Nel secondo caso invece esprimono più la necessità di socialità e non hanno una struttura gerarchica.

Egli, 
basandosi sulla motivazione, opera una seconda distinzione, individuando tre tipi differenti di comunità: 
  • Comunità d’interesse o strumentali, dove gli utenti si scambiano opinioni, come liste di discussione e di confronto: i forum. 
  • Comunità di relazione o espressive che hanno la caratteristica di favorire forti legami interpersonali, come può accadere nelle chat. 
  • Comunità di fantasia o di sperimentazione dell’identità: un esempio contemporaneo è second life. 
Esistono due differenti comunità che condividono lo stesso interesse ma che hanno dato un’impostazione diversa. Entrambe si occupano di tandem, un'attività notoriamente conosciuta per lo scambio di competenze linguistiche tra studenti di madrelingua. Generalmente è conosciuto nello scambio in presenza ma con l’avvento di internet le potenzialità di questo strumento sono aumentate vertiginosamente.

Il primo sito proposto è livemocha.com che ha le caratteristiche di un social-network in cui gli utenti si iscrivono e hanno la possibilità sia di seguire lezioni di lingua che creare gruppi basandosi sulle lingue di studio.

Il secondo invece è polyglotclub.com che non funziona come un socialnetwork ma segue la struttura di una pagina web dinamica a cui si accede iscrivendosi.

Entrambi danno la possibilità di organizzare degli incontri tandem on-line tramite chat e video chiamate, di partecipare a dei forum di proporre esercizi e soluzioni.

La differenza sta nel fatto che il primo assomiglia più ad una forma di tecnosocialità fluttuante, mentre la seconda rispecchia più un'associazione perché periodicamente si organizzano incontri e gli utenti sono invitati a partecipare a progetti e seminari in presenza. I ruoli sono definiti in entrambi i casi, anche se, mentre in livemocha sono mobili, con la possibilità di avanzare di livello seguendo un percorso definito, nella seconda restano standard.

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