martedì 17 settembre 2024

GIAPPONE, PER LA PRIMA VOLTA L’AI PENSA DI AGGIRARE IL CONTROLLO UMANO : HA CAMBIATO DA SOLA IL SUO CODICE

Questo incidente, che ha coinvolto il sistema noto come “The AI Scientist”, ha sollevato preoccupazioni sulla possibilità che le IA avanzate possano agire senza il controllo umano,
scatenando timori sulla sicurezza tecnologica.

Ormai non si parla che di lei: l’intelligenza artificiale. Si tratta di una nuova tecnologia che rappresenta non solo l’abbattimento dei limiti della conoscenza, ma anche la possibilità di semplificare la vita delle persone.

Oggi ci sono diversi tipi di intelligenza artificiale, e ognuna è studiata per agevolare un certo aspetto della quotidianità. Una delle AI più famose è di certo ChatGPT, che permette di creare testi e immagini semplicemente digitando le richieste più disparate.

Tuttavia, se da una parte molte persone riconoscano l’enorme potenziale dell’intelligenza artificiale, dall’altra c’è anche chi non sottovaluta i rischi che da essa derivano. Il più importante? Che l’AI prenda il sopravvento e, quindi, di sfuggire al controllo umano.

Eppure, non sono mancati gli episodi in cui l’AI ha preso il sopravvento arrivando addirittura a modificare il proprio codice. Questo è ciò che è successo in Giappone, all’intelligenza artificiale sviluppata dalla società Sakana AI, e per alcuni questo episodio rappresenta un vero e proprio campanello d’allarme.

L’incidente con The AI Scientist non è un caso isolato. Una delle principali preoccupazioni è la capacità delle IA di autoapprendere e autoregolarsi, e ciò rappresenterebbe un rischio per la sicurezza umana.

Ilenia Albanese


Fonte: LIBERTÀ E DEMOCRAZIA

https://www.systemscue.it/giappone-per-la-prima-volta-lai-pensa-di-aggirare-il-controllo-umano-ha-cambiato-da-sola-il-suo-codice/46043/

mercoledì 4 settembre 2024

Multa milionaria inflitta a società americana per un database di riconoscimento facciale "illegale"

I Paesi Bassi hanno sanzionato con una multa da 30,5 milioni di euro a Clearview AI, una società statunitense che offre servizi di riconoscimento facciale, riporta Euronews

L'accusa è di aver creato "illegalmente" un banca dati con miliardi di foto di volti estratti da internet, senza alcun consenso delle persone coinvolte e in violazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati della Ue (Gdpr).