martedì 31 dicembre 2013

venerdì 12 aprile 2013

ancora sulla flipped classroom

segnalo questi due interessanti contributi Prezi di Nicola Padovano Siena

insegnamento a rovescio

prospettive di un lavoro flipped classroom


dieci ottime ragioni per adottare la flipped classroom:

1        Gli studenti possono procedere al loro passo
2        Fare i “compiti” in classe dà all’insegnante l’esatta percezione delle difficoltà degli studenti  e dei diversi stili di apprendimento
3       Gli insegnanti possono adattare e aggiornare il curricolo e fornirlo agli studenti 24 ore al giorno 7 giorni la settimana
4       Gli studenti possono usufruire delle competenze e degli stili di insegnamento di più insegnanti della stessa disciplina
5       Gli insegnanti migliorano la loro professionalità osservando i video dei colleghi e imparando gli uni dagli altri
6       Il tempo in classe può essere usato in modo più efficace e creativo rispetto allo schema tradizionale
7       I genitori hanno una “finestra” sui corsi
8       I risultati degli studenti migliorano, e cresce l’interesse e l’impegno verso la matematica di livello superiore
9       Le teorie dell’apprendimento sostengono questi nuovi approcci
10   L’uso della tecnologia è flessibile e appropriato per l’apprendimento del XXI secolo

leggi tutto qui       

sabato 9 marzo 2013



Racconto come filo conduttore in una una Fiera negli anni del digitale e dei nuovi media 
per saperne di più: Meet the media guru

mercoledì 6 febbraio 2013

Internet ci rende stupidi?

McLuhan affermando che il medium è il messaggio mette in guardia dal rischio di concentrare l'attenzione sugli effetti trascurando la tecnologia stessa. L'attenzione è tutta sui contenuti del messaggio. Il nuovo medium è accolto senza discussioni. Per McLuhan, la reazione convenzionale ai media secondo la quale è importante come si usano, è l'opaca posizione dell'idiota tecnologico.
Nietzsche, dopo aver sperimentato con entusiasmo la macchina da scrivere, concluse che i nostri strumenti di scrittura hanno un ruolo nella formazione dei nostri pensieri
I media intellettuali, non si limitano ad essere strumenti perché sono in grado di modellare i processi cognitivi.
I nativi digitali, non leggono da sinistra a destra e dall'alto verso il basso, ma a salti, scorrendo superficialmente il testo alla ricerca dell'informazione desiderata. La lettura lineare che ha caratterizzato la formazione del pensiero dall'invenzione della stampa in poi, è stata abbandonata.

La lettura lineare permette alla mente letteraria: concentrazione, riflessione, approfondimento e autonomia.
La nuova mente post letteraria invece, sa scegliere velocemente tra gli stimoli in base a quello che si aspetta. La velocità che la contraddistingue, porta alla scelta più ovvia e convenzionale. Questo accade nella lettura come nella ricerca in rete e si riflette nei comportamenti, nelle relazioni e negli atteggiamenti cognitivi.

La neuro-plasticità che consente al sistema nervoso di sottrarsi alle limitazioni del genoma e di adattarsi alle situazioni ambientali, ai cambiamenti fisiologici e alle esperienze, ha permesso alla nostra specie di evolversi dalle prime forme di linguaggio fino all'ipermedialità. Il nostro modo di pensare, di percepire e di comportarci non è predeterminato dai geni e non è immutabile, ma possiamo adattarci alle esperienze e agli strumenti che usiamo. La ripetizione (repetita iuvant dicevano i latini), porta all'adattamento e all'abitudine.
Numerosi studi provano che la lettura approfondita richiede l'impegno di una porzione di cervello inferiore a quella richiesta nella navigazione in rete. Una pagina di carta è meno impegnativa dal punto di vista delle stimolazioni visive e uditive, rispetto ad una pagina web. Durante la navigazione in rete, la memoria di lavoro è sovra-carica di informazioni, l'accelerazione dei processi e la continua necessità di scelta, ostacolano il trasferimento nella memoria a lungo termine dei concetti.
La ricchezza degli stimoli percepibile come un dato fortemente positivo, si rivela un'ostacolo alla comprensione e all'apprendimento.

Possiamo sperimentare: la frammentazione dell'attenzione, la tendenza a scorrere un testo a salti, la velocità con cui ci dedichiamo agli stimoli, la difficoltà a ricordare quello che abbiamo letto, tra i numerosi effetti collaterali non desiderati, dell'uso della rete

Le tecnologie intellettuali  sono strumenti che ampliano o rafforzano le facoltà mentali. Ogni tecnologia intellettuale incarna un'etica intellettuale che raramente è conosciuta o riconosciuta dal suo inventore ma che è trasmessa alle menti e alla cultura degli utenti.

Il determinismo tecnologico pone il progresso tecnologico al di fuori del controllo umano come principale fattore di influenza del corso della storia umana: il mulino a vento produce una società con i signori feudali, il motore a vapore con i capitalisti (Marx); le cose stanno al comando, ci governano (Emerson); gli esseri umani sono poco più che l'organo sessuale della macchina (McLuhan)
In questa visione il ruolo umano si limita alla produzione di cose e macchine (tecnologie) sempre più sofisticate, alle quali adattarsi continuamente.

Secondo lo strumentalismo tecnologico: i dispositivi tecnologici sono semplici manufatti neutrali (Sarnoff); la tecnologia è uno strumento per la comunicazione e il trasporto attraverso lo spazio, nulla di più (Carey). E' la teoria più diffusa anche perché è quella che preferiamo visto che colloca gli esseri umani in posizione predominante rispetto ai suoi manufatti.
Asimov ha introdotto le note leggi della robotica a garanzia di questo primato:

  1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
  2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
  3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge. 
Le tecnologie non sono solo strumenti utili per l'uomo, sono anche forze potenti che danno significato alle azioni dell'uomo. Anche se non ne siamo pienamente coscienti, molte abitudini quotidiane seguono schemi stabiliti da tecnologie entrate in uso prima della nostra nascita.
E' più facile discutere dei prodotti del pensiero che del pensiero in quanto tale.
Secondo Ong: le tecnologie non sono semplici aiuti esterni ma comportano trasformazioni delle strutture mentali sopratutto quando hanno a che vedere con la parola.
La storia della parola è la storia della mente e del pensiero. Il linguaggio è la tecnologia che ha avuto come effetto primario la comunicazione tra individui e la trasmissione della conoscenza e come effetto collaterale, la formazione della mente e del dialogo interiore. Se non possedessimo un linguaggio, non potremmo pensare.
Oggi l'evoluzione ha incarnato questa tecnologia a livello genetico rendendola una dote innata della specie.

L'edizione 2012 del Festival della Filosofia, era dedicata alle "cose". I filosofi che hanno trattato il tema, erano concordi sulla reificazione che le cose comportano nel nostro mondo, che può essere riassunta in questa citazione di  Wittgenstein:  Gli oggetti formano la sostanza del mondo. 
Ne facciamo esperienza ogni giorno nella realtà sensibile come in quella virtuale.

La tecnologia della scrittura implica la lettura. La lettura non è sempre stata quella che conosciamo oggi.
Trascurando il divario dell'alfabetizzazione, la lettura silenziosa e personale è stata un'effetto collaterale di un'altra tecnologia: la stampa. Precedentemente, la lettura avveniva a voce alta a beneficio di più ascoltatori poiché le copie dei libri manoscritti erano limitate. La lettura lineare e privata è quindi una conquista relativamente recente e ha comportato con l'autonomia, la costruzione di percorsi mentali e cognitivi personali. La lettura a voce alta rispecchiava l'etica intellettuale dell'epoca della cultura orale, quella silenziosa la cultura di massa.
Con la lettura dei testi ipermediali si sta affermando una nuova etica intellettuale, i tracciati cognitivi e mentali dei nostri cervelli, stanno nuovamente cambiando e con questi cambiamenti si introducono nuove ed importanti conseguenze sociali.

La diminuzione dei costi della memoria e della banda, rende possibile includere nelle pagine web anche fotografie e filmati. La rete è un medium: multiuso dove le informazioni colpiscono i sensi della vista e dell'udito, che sostituisce e integra tutti gli altri strumenti mediali.

Internet, diversamente dagli altri media, è bidirezionale e grazie a questa sua fondamentale peculiarità, è diventato un luogo di riunione virtuale, la nuova agorà.
Tra i media personali, internet è più usato rispetto alla stampa e integra tv e radio. I cambiamenti delle abitudini nell'uso delle tecnologie digitali, che annullano i confini tra i vari media, avvengono rapidamente seguendo le logiche capitalistiche del profitto.
McLuhan afferma: un nuovo medium non è mai un'aggiunta al vecchio e non lascia il vecchio in pace, non cessa mai di opprimere i media precedenti finché non trova per loro forme e posizioni nuove.
Il passaggio dalla carta allo schermo non cambia soltanto il modo di orientarsi su un testo scritto, influenza anche il grado di attenzione e la profondità di immersione nello stesso. I link alterano la percezione e non sono paragonabili alle note a piè di pagina, poiché provocano effetti molto diversi sulla percezione e sull'attenzione. Il loro valore come strumenti di navigazione è inscindibile dalla distrazione che provocano.
Numerosi studi di psicologi, neurobiologi, educatori e progettisti web, sostengono che il web favorisce la lettura rapida, il pensiero distratto e l’apprendimento superficiale.

L'uso abituale dei motori di ricerca condiziona la nostra percezione: spesso attirano l'attenzione verso particolari frammenti di testo, parole o frasi rilevanti, mentre disincentivano l'interezza di un'opera. Non vediamo la foresta e nemmeno gli alberi del web, vediamo solo i ramoscelli e le foglie.
La rete multimediale spezzetta il contenuto e interrompe la concentrazione. Una singola pagina può contenere contemporaneamente: testo, video e audio, in una cacofonia che distrae.
Ogni volta che accediamo al web si entra in un ecosistema dell'interruzione
Il libro non è cambiato sostanzialmente dal giorno della sua invenzione. Si tratta di una tecnologia estremamente versatile: può cadere a terra senza danneggiarsi, può sporcarsi, si può lasciare aperta la pagina per un tempo indefinito, non necessita di batterie o di corrente elettrica, le parole stampate sono più facili da leggere rispetto a quelle formate dai pixel su schermo retroilluminato, non necessita di drive o interfacce per la lettura.


Un cambiamento nella forma di un medium è un cambiamento nel suo contenuto McLuhan

Kindle ha interpretato il passaggio del libro al regno digitale degli e-book. Non si tratta di una semplice sostituzione di pixel all'inchiostro, ma di un cambiamento nel modo di leggere, scrivere e vendere i libri.
Un libro trasferito in un dispositivo elettronico collegato ad internet, diventa molto simile ad un sito web. La linearità del libro stampato è frantumata come l'attenzione e la concentrazione richiesta al lettore.
I cambiamenti alla lettura portano cambiamenti anche allo stile di scrittura poiché gli autori dovranno adattarsi alle nuove abitudini e alle aspettative dei lettori. Per esempio, in Giappone, dove lo sviluppo tecnologico è un passo avanti, ci sono già romanzi scritti per essere veicolati via sms.


Nel 2005 un gruppo di professori della Northwestern University, in un articolo per la Annual Review of Sociology scrisse:  "i recenti cambiamenti delle nostre abitudini di lettura indicano che l’era della lettura di massa (dei libri) è stata una breve “anomalia” nella nostra storia intellettuale: adesso vediamo questo tipo di lettura tornare al suo ambiente originario: una minoranza che si perpetua e che chiameremo la classe dei lettori."

Un libro stampato è un oggetto finito unidirezionale, il testo elettronico è un testo effimero in divenire.


Merzenich:  internet ha il potere di provocare cambiamenti fondamentali nella struttura mentale.
L’uso intensivo di internet ha conseguenze neurologiche. Internet consente lo sviluppo di nuovi tracciati neurali e dei processi decisionali e risolutivi dei problemi.

Navigare nel web può aiutare le persone anziane a tenere in esercizio le funzioni cerebrali ma se diviene il principale modello di pensiero può ostacolare l’apprendimento e la riflessione profonda.
Le ricerche continuano a mostrare che chi legge testi lineari comprende di più, ricorda e impara meglio rispetto a chi legge testi disseminati di link.

Navigare nel web richiede una forma di multitasking mentale intensa
Ogni volta che spostiamo l’attenzione il cervello di deve orientare di nuovo, mettendo ulteriormente alla prova le nostre risorse mentali

Lo studioso Grafman ritiene che il multitasking, renda: meno deliberativi, meno capaci di pensare e risolvere un problema e si tenda ad affidarsi a soluzioni convenzionali invece di contestarle con schemi di pensiero originale.
La rete porta a disperdere l'attenzione con un'insistenza e un'efficacia superiore ai media più vecchi. Internet è un sistema veloce per fornire risposte e ricompense che incoraggiano la ripetizione delle azioni mentali. Cattura l'attenzione per disperderla. On line, ci si dimentica di quello che succede intorno e mentre si elabora il continuo flusso di stimoli offerti, il mondo sensibile si allontana. L'interattività amplifica questi effetti. Mentre ci si concentra sul mezzo, si è continuamente distratti e sopraffatti dalla rapida successione dei diversi messaggi in arrivo.
La distrazione generata in rete, è molto diversa da quella temporanea e intenzionale della mente che ravviva il pensiero durante la valutazione di una decisione. La cacofonia di internet manda in cortocircuito sia il pensiero cosciente, sia quello inconscio, ostacolando l'approfondimento e la creatività.
I cervelli diventano semplici unità di elaborazione dei segnali.
Merzenich afferma che quando la cultura provoca dei cambiamenti nei modi in cui impegniamo i nostri cervelli, essa crea cervelli differenti. L'uso quotidiano (della rete) stimola un'alterazione delle cellule cerebrali e il rilascio di neurotrasmettitori che gradualmente rafforzano nuovi tracciati neuronali, mentre indeboliscono quelli vecchi.

L'uso del computer provoca una più intensa stimolazione mentale rispetto alla lettura dei libri. La tumultuosa attivazione dei neuroni non implica necessariamente un miglioramento.
Si riteneva che la memoria a lungo termine servisse da grande deposito di fatti ed esperienze ed avesse un ruolo marginale nei processi cognitivi complessi come il pensiero e la risoluzione dei problemi.
Gli studiosi del cervello sono giunti alla conclusione che è proprio la memoria a lungo termine la sede dell'intelligenza. In essa non sono solamente registrati i fatti ma sopratutto i concetti complessi, gli schemi che forniscono profondità al pensiero e l'organizzazione dei frammenti d'informazione in modelli di conoscenza.
L'intelligenza dipende dalla capacità di trasferire le informazioni dalla memoria a breve termine (di lavoro) verso quella a lungo termine e di inserirle in schemi concettuali.
Questo delicato e cruciale passaggio costituisce un collo di bottiglia poiché nella memoria di lavoro si possono gestire dai 2 ai 4 elementi alla volta e non di più.
La memoria di lavoro, inoltre, perde le informazioni rapidamente se queste non vengono ravvivate con la ripetizione.
Metafora: in rete, è come essere di fronte a tanti rubinetti informativi a pieno regime e il nostro piccolo ditale (memoria di lavoro) trabocca mentre corre da un rubinetto all'altro. Alla fine riusciamo a trasferire un miscuglio di poche gocce dei diversi rubinetti, non un flusso coerente di un'unica sorgente. Quando il carico cognitivo eccede la capacità di archiviazione, non siamo in grado di assorbire la nuova informazione e creare i collegamenti con quanto già archiviato nella memoria a lungo termine.
La capacità di apprendere ne risente  e la comprensione rimane superficiale. Un alto carico cognitivo aumenta la distrazione.

Il web combina l'ipertesto con la multi-dimensionalità per giungere all'ipermedialità.
Non solo testi con parole collegate elettronicamente ma anche immagini, suoni e immagini in movimento. L'attenzione è divisa e implica una difficoltà di apprendimento.
Internet non è stata inventata da un gruppo di pedagogisti per ottimizzare l'apprendimento e non presenta l'informazione in modo equilibrato, ma come un miscuglio che fa a pezzi la concentrazione. E' stata progettata come un sistema di interruzione, come una potente macchina di dispersione dell'attenzione.

sabato 2 febbraio 2013

saggezza della folla

Secondo Wikipedia, la saggezza della folla (o intelligenza della folla) è una teoria sociologica secondo la quale una massa di individui sarebbe in grado di fornire una risposta adeguata e valida ad una domanda più di quanto non siano in grado di farlo gli esperti.
Questa teoria trova un'applicazione intensa su Internet e in particolar modo, in determinati siti e progetti che si basano su di essa, come la stessa Wikipedia e molti altri siti che puntano sul contenuto generato dagli utenti.



"Con il tag possiamo lasciare il nostro segno marcando qualunque cosa nel Web sociale, è lo strumento di partecipazione individuale che ci conferisce potere di intervento nel cyberspazio, dove i nostri voti, i nostri giudizi, le nostre classificazioni, aggregati con ingegnosi algoritmi decidono il valore e la visibilità delle risorse digitali. Si stabilisce così l’autorevolezza di un sito, l’efficacia di un servizio, la convenienza di un acquisto, la reputazione di un blogger. I meccanismi di autovalutazione generati dalla Rete consentono di orientarci nel mare informativo, di scovare affinità, di partecipare a comunità di interesse, di conoscere persone. Per qualsiasi decisione grande o piccola della nostra vita, dall’acquisto di un libro alla scelta di un lavoro possiamo chiedere aiuto alla Rete, dove troviamo condensata l’esperienza di milioni di utenti, la cosiddetta saggezza delle folle. Questi meccanismi stanno dimostrando la capacità di stabilire reputazione, autorevolezza, attendibilità, fiducia nei rapporti professionali, economici, affettivi."
(...)
"Ogni nuova risorsa pubblicata da un utente finisce per essere interconnessa alle altre da un insieme di collegamenti la cui ampiezza e ramificazione dipende dal consenso che riesce a produrre nei suoi fruitori: è questo il meccanismo democratico che decide valore, autorevolezza e rilevanza in Internet. Google, il principale motore di ricerca che media di fatto l’accesso alle risorse del Web, basa il suo incontrastato successo su un algoritmo di ricerca e classificazione, il PageRank, che gli permette di trovare e proporre il miglior elenco possibile di risorse. Alla base di questo risultato sta il fatto che l’algoritmo sfrutta ciò che emerge come intelligenza collettiva della Rete: decide la rilevanza di una pagina in base ai link che fanno riferimento ad essa, utilizzando quindi il giudizio collettivo di tutti gli utenti della Rete per stabilire il valore dei contenuti."

fonte: Tags: media, conoscenza di Graziano Cecchinato

Pierre Levy, nel suo saggio sull'intelligenza collettiva del 1994, scriveva:
"Nessuno sa tutto, ognuno sa qualcosa, la totalità del sapere risiede nell'umanità e gli strumenti di comunicazione digitali sono ora in grado di far emergere questo sapere, di farlo emergere in tempo reale..."

e Fabrizio De Andrè, nel 1996 (in tempi non sospetti), scriveva:

Coltivando tranquilla 
l'orribile varietà 
delle proprie superbie 
la maggioranza sta 
come una malattia 
come una sfortuna 
come un'anestesia 
come un'abitudine 


da Smisurata Preghiera

sabato 26 gennaio 2013

LIM


dal testo LIM, scuola digitale, e soluzioni a costo zero
che la prof.ssa Mariangela Galatea Vaglio ha postato nel suo Blog del sito dell'Espresso:
Questo è un post squisitamente tecnico, destinato in qualche modo ai colleghi insegnanti che si ritrovano in classe uno di quegli aggeggi, le LIM, e non sanno bene cosa farsene.
Perché le LIM, diciamolo, quando ci vengono date e così come ci vengono date, sono degli strumenti un po’ zoppi. Hanno la possibilità di essere usate come lavagne, con il dito al posto del gessetto ed un programma dentro apposta, che consente di salvare gli schemi e le cose che vengono scritte. Ok, ma dopo che le ho salvate, che me ne fo? Perché il problema del docente è questo. Molte LIM salvano in un formato tutto loro, che non è condivisibile facilmente, perché se cerco di uplodarlo (perdonatemi, lo so che è un verbo orrendo: caricarlo, va’) su un qualsiasi altro sito, blog, o pagina della scuola non si legge, si legge male o perde le formattazioni.


venerdì 25 gennaio 2013

Flipped Classroom - la classe alla rovescia


Come le risorse digitali libere e le reti sociali educative stanno trasformando i momenti classici dell’agire didattico: la lezione frontale e lo studio individuale.

qui una presentazione su:

Segnalazione


Segnalo il sito mariomattioli.it che accoglie con una citazione dello scrittore di fantascienza, W.Gibson:
Il futuro è già qui, ma soffre di cattiva distribuzione.
In particolare, la sezione dedicata a Google Apps in cui l'autore racconta di avere attivato una community su Google e un sito di supporto dedicato ai professionisti della formazione che hanno adottato la piattaforma Google Apps for Education e a tutti coloro che, pur non utilizzandola, la vogliono conoscere meglio. Le risorse disponibili sono in continuo aggiornamento e sono rivolte sia a chi muove i primi passi sia a chi vuole padroneggiare meglio l'ambiente di lavoro.

mercoledì 16 gennaio 2013

Fotografie in rete e privacy


affidare le proprie foto in rete è uno sport molto praticato...




da Instagram, le foto diventano pubblicità. La mano di Facebook sulla nuova privacy:

Per il servizio di condivisione è il momento di produrre guadagni. Cambiano le regole e arrivano le sponsorizzazioni, e le immagini degli utenti potranno apparire negli annunci. Una mossa che ha innescato polemiche, anche a fronte del diverso comportamento di Twitter e Google coi loro servizi analoghi.

da IMMAGINI: POLEMICHE SU INSTAGRAM:
Cosa cambia. Le modifiche su privacy e termini di servizio verranno applicate a partire dal prossimo 16 gennaio e interessano molti aspetti diversi tra loro. La novità più rilevante è di sicuro il punto 2 della nuove voce “diritti”, presente nei nuovi termini di servizio. “Per aiutarci a diffondere contenuti sponsorizzati o a pagamento o promozioni, accetti che un'azienda possa pagarci per mostrare il tuo username, i tuoi like, le tue foto (con relativi metadati) e ogni tua altra azione collegata a contenuti sponsorizzati o a pagamento, senza nessun compenso”.
In poche parole, ogni like a contenuti pubblicitari, come la foto realizzata dall'account di un brand, permetterà a Instagram di usare la faccia dell'utente per pubblicizzarla con gli amici di quella persona, in modo non molto diverso da quanto avviene su Facebook. Di più, Instagram chiarisce che non è suo dovere specificare ad altri che quel contenuto è sponsorizzato (articolo 3 dei diritti), riservandosi così la possibilità di far passare quella foto come un normale scatto condiviso (è infatti noto che gli utenti cliccano di meno di fronte a una pubblicità).

Come Facebook? Di più. Altro punto chiave dell'intera struttura della nuova privacy di Instagram è la recente acquisizione. “Dal momento dell'acquisizione, stiamo lavorando con Facebook per costruire un Instagram migliore”, spiegano le prime righe che presentano le novità legali. Non stupisce quindi che l'applicazione specifichi come i contenuti generati sull'app saranno liberamente utilizzabili da Facebook, riprendendo così quelle modifiche approvate proprio dal social network dopo il contestato referendum per unificare i due universi.

A differenza di Facebook però, almeno al momento, le linee guida non prevedono la possibilità per l'utente di impedire l'uso dei propri contenuti da parte degli inserzionisti. Se sul sito di Mark Zuckerberg è infatti possibile bloccare l'uso pubblicitario della propria faccia (sezione Inserzioni di Facebook nel pannello Privacy del proprio account), su Instagram non è previsto ancora nulla del genere. Certamente le nuove regole produrranno un feedback dalla Rete e dagli utenti di cui l'azienda non potrà non tenere conto, anche perché i concorrenti non stanno a guardare: Twitter ha i suoi filtri e Google+ ha Snapseed.

Il tempo dei giochi. L'adozione delle nuove regole sulla privacy e i termini di servizio sono un messaggio chiaro: per Instagram è finito il tempo dei giochi, del mito della startup che senza un centesimo di entrate e un business plan arriva a farsi acquistare per la cifra di un miliardo di dollari (poi diventati circa 700 milioni a causa del calo del prezzo delle azioni di Facebook).
L'arrivo del social network cambia tutto e costringe Instagram a fare i conti con la realtà: è arrivato il momento di generare incassi per far contenti gli azionisti di Facebook e, per riuscirci, serve chiudere un occhio su qualche aspetto della riservatezza personale degli utenti. Il mantra del “stiamo lavorando per garantire una migliore esperienza per gli utenti”, ripetuto anche in questo caso, potrebbe ormai essere tradotto in “dobbiamo monetizzare meglio e ci serve un'altra fetta dei tuoi dati personali”. Resta da vedere come e quanto il livello di privacy di Instagram potrà essere modificato dall'utente e quanto invasivo si rivelerà il nuovo modello economico.

da Instagram fa marcia indietro: "Le foto non saranno pubblicità":

La notizia è chiara: "Cambieremo i termini di servizio, rimuovendo quei termini che hanno fatto pensare che le foto degli utenti potessero diventare pubblicità". Firmato: Kevin Systrom, cofondatore di Instagram. Anche l'interpretazione è evidente: la rivolta sul web ha vinto.
E' un comunicato che sa molto di passo indietro, di ripensamento, quello con cui Instagram ha risposto alle polemiche nate dopo la modifica dei "Terms of use" che aprivano la possibilità di utilizzare gli scatti degli utenti per "contenuti sponsorizzati o a pagamento o promozioni", il tutto ovviamente "senza nessun compenso".  


Intanto, Alessandra Farabegoli ha aggiornato il suo Manuale di buonsenso in rete 

martedì 15 gennaio 2013

I problemi nel web, gli effetti collaterali dell'ipertestualità



Alcuni concetti particolarmente significativi, contenuti in questa video-lezione del prof.Cecchinato:

... essere al corrente delle informazioni che possono convenirci e farci piacere, rischia di produrre una omologazione di pensiero che è esattamente l’opposto di ciò che è l’intelligenza collettiva...

... per l’influenza che può esercitare un social network che conta oltre 800 milioni di iscritti (facebook) sui processi sociali che si articolano su un piano pressoché mondiale è fondamentale acquisire una maggiore consapevolezza dei processi, dei meccanismi, degli algoritmi che regolano le nostre interazioni anche perché raramente queste sono motivate dalla pura filantropia, come ingenuamente si potrebbe pensare, anzi quasi sempre dietro a questi processi ci sono fortissimi interessi economici...

... web come luogo di superficialità anziché di approfondimento; strumento più adatto allo svago che allo studio; strumento che ha ridefinito in profondità le pratiche sociali ma che non ha molto da dire sul piano culturale e scientifico.

... il senso di disorientamento, alla confusione provocata dall’ipertestualità, una struttura comunicativa che non sembra di per sé atta a favorire la comprensione di contenuti, dato che la nostra mente /cervello avrebbe dei costi altissimi in termini di impegno, da pagare per passare da un frammento conoscitivo, all’altro...

... l’impegno per la navigazione sottopone la mente ad un sovraccarico che impedirebbe di acquisire in modo stabile e proficuo i contenuti e non darebbe luogo ad un apprendimento...

... siamo sottoposti a una distrazione continua e per tutto il tempo che passiamo al computer e che interagiamo con la rete e il web...

... si ritiene che le caratteristiche linguistiche, ergonomiche, comunicative del web inibiscano la riflessione e incoraggino un pensiero superficiale.

... la persuasiva esposizione ai nuovi media che avviene a scapito della lettura dei libri e la forte “plasticità” del nostro cervello (si adatta velocemente, anche in età adulta, ai cambiamenti dell’ambiente), potrebbero portare secondo N. Carr, anche nel breve termine, al riconfigurarsi della nostra mente, con la perdita della mente letteraria e in cambio, acquisire gli effetti collaterali indotti dall’ipermedialità...

... il carico cognitivo a cui è sottoposto il cervello è maggiore selezionando link e valutando le pagine web a colpo d’occhio,... con l’uso quotidiano senza sforzo apparente, impegna notevolmente la mente, ostacolando i processi riflessivi che sono alla base dell’apprendimento.

... il cervello/mente si riconfigura anche nel giro di poche ore, alle attività del web...

... l’attività di multitasking, l'impegno frazionato su più fronti, produce un rapido decadimento delle attività cognitive e sarebbe applicabile solo alle attività a basso contenuto intellettuale...

... unici benefici potrebbero derivare da un miglioramento di specifiche abilità molto sollecitate dal web, come quelle visuo-spaziali, da un aumento delle capacità di elaborazione della memoria di lungo e da un abbassamento dei costi di commutazione, cioè di passaggio dell’attenzione su processi distinti, ... ma non arriverebbero minimamente a compensare le perdite che si producono sul piano dell’apprendimento



PageRank

Il PageRank è un algoritmo di analisi brevettato dalla Stanford University, che assegna un peso numerico ad ogni elemento di un collegamento ipertestuale d'un insieme di documenti come il World Wide Web, con lo scopo di quantificare la sua importanza relativa all'interno della serie.
L'algoritmo può essere applicato a tutti gli insiemi di oggetti collegati da citazioni e riferimenti reciproci.

Il PageRank è un valore numerico (che va dallo 0 al 10) che Google attribuisce ad ogni pagina Web che indicizza.
Questo valore è calcolato grazie a complessi algoritmi e si basa sui link ricevuti da una pagina, (il valore di pagerank sale con l'aumentare del numero di link che puntano alla pagina), ma a differenza della Link Popularity, invece di tener conto solo della quantità dei link ricevuti, il PageRank prende in considerazione anche il valore di PageRank delle pagine che offrono i link. Un link ricevuto da una pagina che ha un PR alto vale molto di più di un Link ricevuto da una pagina con PR basso. Il valore di PageRank di una pagina, non indica solamente il suo grado di popolarità nel web ma anche il grado di autorevolezza.
Il PageRank è uno dei fattori che contribuiscono a determinare la posizione della pagina nei risultati delle ricerche.

Ce ne sono due tipi: PageRank visibile e PageRank reale. Il PageRank visibile è il valore approssimativo da 1 a 10 visualizzato nel Google Toolbar di Internet Explorer. Dall’area strumenti di Google si può scaricarlo ed installarlo. Sotto la voce "PageRank", il toolbar visualizza una piccola striscia verde. 
Più è alto il PageRank di una pagina più lunga è la barretta verde. Se ci passi sopra con il mouse, la finestrina pop-up ti visualizzerà anche il valore numerico. (continua a leggere qui )

Procedura di calcolo del valore PageRank.  L'algoritmo PageRank brevettato da Google è segreto, tuttavia, grazie alle informazioni già pubblicate, alla deduzione e allo studio del fenomeno, è possibile risalire al modo in cui Google calcola questo valore.


Consigli per aumentare il Page Rank. Nel web il page rank non è tutto, ma è comunque importante per blogger e per i possessori di siti web perché tanto più è alto il Page Rank, tanto più sarà visibile nel motore di ricerca numero uno: Google. 
Esistono diversi modi per promuovere un sito ed aumentare il Page Rank. Ecco alcuni semplici consigli per migliorare il tuo page rank senza spendere un centesimo.

Mappe

Obiettivo di qualsiasi intervento di formazione, sia essa assistita dalla rete o meno, dovrebbe essere quello di promuovere nel soggetto la costruzione di specifiche competenze in un dato dominio conoscitivo. Inizia così l'articolo di Roberto Trinchero:  Modelli mentali e costruzione di competenze nella formazione on line

alcuni software per realizzare mappe mentali e concettuali:

mindmaeister              mindomo

cmap                          bubbl.us


esempi di mappe concettuali realizzate con cmap:

 sul tema della privacy



sul tema della televisione














Free software: una scelta ponderata




Introduzione alla filosofia del software libero e a sorgente aperta: perchè usare Gnu/Linux, OpenOffice/LibreOffice e Firefox?
Cosa ci offrono in più dei software proprietari?
Il software open source è tra noi: Android, Apache, MySql, Php e altri ancora sono leader nei rispettivi settori.




In questa videochat, registrata il 19 maggio 2012, Mario Govoni spiega cosa sono i software open source e il free software. Mario Govoni è consulente informatico dal 1983, attualmente docente in corsi per il conseguimento di certificazioni di abilità informatica (ECDL Core e Advanced), nonchè autore di testi di divulgazione informatica e per il conseguimento dell'ECDL Core Level. E' appassionato cultore di storia e letteratura, e membro della comunità OpenOffice.org italiana, alla quale collabora come tester delle nuove versioni e revisore delle traduzioni della documentazione.

Firefox, Linux, OpenOffice: ecco perchè usare software opensource


In questa videolezione "Presentazione di Ubuntu", Christian Biasco, spiega che esistono alternative a Windows: il sistema operativo è l'insieme dei programmi responsabili della gestione e del controllo delle operazione di base del pc; l'azione del sistema operativo; licenza o free; l'alternativa all'uomo più ricco del mondo.

lunedì 14 gennaio 2013

Tecnologia e consumi

Tempo fa volevo cambiare l'auto... ho cercato qua e là in qualche sito.
Dopo un po' di giorni dovevo comprare un libro, entro nel sito, guardo il prezzo
e vengo attirato da una serie di foto che cambiano continuamente su una
finestra a destra... guardo meglio... erano foto del modello di auto
che stavo cercando. 

Inizialmente ho detto "wow, vediamo se c'è qualcosa di interessante"... 
più tardi mi sono fatto un'altra domanda...
"come fanno a sapere che sto cercando proprio quel modello di auto?" 









Sabato, 15 dicembre 2012, sul canale di Repubblica tv, c'era un'interessante intervista a Derrik De Kerckhove sul tema della privacy, dalla tracciabilità dei percorsi di navigazione e della profilazione in internet. Senza la profilazione delle nostre preferenze in rete, sarebbe impossibile fare apparire la pubblicità personalizzata. 
I social network sono sicuramente il tallone di Achille per i nostri profili, ma non sono gli unici strumenti tecnologici che permettono una raccolta di dati che ci riguardano. 
Il telepass, il bancomat, le carte di credito, ecc... sono in grado di raccogliere dati preziosissimi.  
De Kerckhove ha proposto di legiferare per mettere la profilazione sotto il controllo dall'interessato e di renderlo partecipe agli utili derivati dalla vendita dei suoi dati personali.


Questo è uno spot sulle tracce lasciate durante le navigazioni in rete e altre attività quotidiane... la nostra vita si trova interamente on-line e potrebbe essere usata contro di noi

Infografica

L'infografica animata, basata sulla semplicità e caratterizzata da una formidabile fluidità che cattura immediatamente l’attenzione, è efficace e molto utile.


Un'organizzazione che ha prodotto risultati interessanti è RSA la Royal Society for the Encouragement of Arts, Manufactures and Commerce.


Un altro interessante progetto è TED, acronimo di Technology Entertainment Design: idee degne di diffusione.
Un progetto nato come conferenze negli anni ottanta e che oggi, grazie a una politica fondata sulla licenza Creative Commons, ha avuto una diffusione straordinaria.

Questo il 
link per i video tradotti da volontari in italiano (sono presenti oltre 40 lingue).



Not in Words è l'unico sito italiano che realizza video esplicativi. Nato agli inizi del 2009 come un progetto free ha ottenuto molto successo sul Web con tantissimi articoli in tutto il mondo e grandi numeri di visite su YouTube.

domenica 13 gennaio 2013

Il Web

Dopo aver introdotto le tecnologie intellettuali, sugli effetti della TV e sulle sue strategie comunicative e cognitive, con questa video-lezione, il prof.Cecchinato, sposta l’attenzione più specificatamente sul web: sui tratti fondamentali e gli elementi di rottura rispetto ai media precedenti.

Il web sta cambiando il panorama comunicativo e informativo, producendo un nuovo tessuto connettivo della nostra società che ridefinisce i processi sociali, culturali ed economici.


Webinar

Webinar, noto anche come Seminario Online, è un neologismo dato dalla fusione dei termini web e seminar, coniato per identificare sessioni educative o informative la cui partecipazione in forma remota è possibile tramite una connessione informatica. 

Webinar è usato per condurre dei meeting, corsi di formazione o presentazioni, nei quali ciascun partecipante accede da un proprio PC ed è connesso con gli altri partecipanti tramite internet. A differenza dei webcast, sono un sistema interattivo dove i partecipanti possono interagire tra loro e con il coordinatore (Auditore) del seminario tramite gli strumenti: chat, audio e video chat, lavagne elettroniche ecc, disponibili dal sistema di web conference.

I seminari online possono avere luogo scaricando nel PC di ciascuno dei partecipanti un software oppure collegandosi ad una applicazione web tramite un link distribuito tramite e-mail (meeting invitation). 

Il contenuto del Webinar può essere di diverso tipo, cioè da una semplice presentazione di Slide fino ad una online - demo di Software. Per accedere al Webinar è ovviamente necessario disporre di un collegamento Internet, un programma di gestione di strumenti multimediali tipo Windows Media Player e un altoparlante/una cuffia.


Tramite una piattaforma (che può essere Adobe ma anche quella di Google Hangout) si possono seguire corsi in modalità webinar, seguire in videoconferenza e in tempo reale, postare domande su una chat, e intervenire anche in audio-video conference. La sensazione è quella di partecipare alla promozione dell'intelligenza collettiva.

Esempi:

WebExMeeting Center è una soluzione pensata piccole e medie aziende, con un prezzo abbordabile e interfaccia molto intuitiva, funzionalità avanzate come condivisione applicazioni e documenti, strumenti di annotazione, registrazione conferenze.
DimDim è un opensource orientato verso l'e-learnig e integrabile con la piattaforma moodle.

BigBlubutton un altro opensource per lo studio a distanza.

Edmodo uno strumento tecnologico a servizio dell'apprendimento





Edmodo permette di costruire attività online: una specie di classe virtuale dove anche i genitori potevano "assistere" alle dinamiche della classe, senza potervi intervenire.

Il servizio non prevede registrazione per i ragazzi. 

Il professore si registra e apre la sua classe, a questo punto si possono generare 2 codici:
1. per permettere all'alunno di accedere alla classe
2. per i genitori che possono venire a "dare un'occhiata"

L'interfaccia è molto semplice e le dinamiche assomigliano molto a quelle di Facebook, ad un primo colpo d'occhio, i ragazzi credono di usare il famoso Social.

- Possibilità di una minima personalizzazione del profilo degli studenti
- possibilità di ricevere "voti" e feedback dall'insegnante
- c'è una bacheca pubblica per tutti
non è possibile lo scambio di messaggi privati tra studenti.

L'insegnante:
- ha 100 mByte a disposizione per "depositare" materiali in un ipotetico armadio virtuale (da approfondire la compatibilità con dropbox o altri cloud)
- può comunicare privatamente con ogni singolo alunno
- può postare avvisi, scadenze o semplici comunicazioni
- può realizzare compiti (ricordo test a scelta multipla)
- può avere più classi virtuali e ogni classe può avere più insegnanti
- riceve una notifica via mail di tutti di "movimenti" all'interno della classe.

Edmodo sembra un buon prodotto "spendibile" per la  scuola primaria e secondaria di primo grado. Il fatto che si registra solo l'insegnante, che si fa "garante" per gli alunni, offre uno spazio protetto nel web, senza esporre gli alunni ad eventuali pericoli. 

qui un paio di video sull'utilizzo di Edmodo
qui l'esperienza di un prof. che l'ha usato alle superiori.
questa presentazione con slideshare mostra alcuni dettagli dell'utilizzo di Edmodo.

Tecnologia per tutti i gusti: pizza e mandolino

Tra i social network made in Italy, 2Spaghi.it, piattaforma creata nel 2006 ,diventata poi un’applicazione per smartphone. Nel sito, oltre alla ricerca di ristoranti, si possono condividere le esperienze personali, lasciando un commento o una valutazione. Una sorta di TripAdvisor della gola…


In rete ci sono numerosi blog sulla cucina, eccone una piccola scelta:
http://www.gliaffidabili.it/a/cuoco-catering/i-migliori-blog-di-cucina;
http://www.veganblog.it/ per cucinare vegan senza rinunciare al gusto; il movimento vegano è anche antispecista, un valore aggiunto;
quando la rivoluzione si fa in cucina: http://www.veganriot.it/;
comunità del cibo - pasta madre: http://pastamadre.blogspot.it/, un blog specializzato in pane in casa: dalla scelta delle migliori farine alle ricette più ardite; ottimo anche per la pizza; il leitmotif è la pasta madre come organismo vivente con cui imparare a convivere e imparare a condividere. Bellissimo il settore "io spaccio": una rete di indirizzi per chi cerca pasta madre e per chi vuole condividerla nello spirito del web 2.0.



SoundCloud è un social network di creazione berlinese, destinato principalmente ai musicisti o agli appassionati. Si tratta di una piattaforma in cui è possibile pubblicare e promuovere i propri file audio o semplicemente condividerli con la community; per fare ciò dispone di varie applicazioni che consentono, tra le altre cose, di caricare i brani, ascoltare quelli di altri autori, rilevare gli ascolti e interagire commentando o creando gruppi. 

venerdì 11 gennaio 2013

Intelligenza collettiva per le competenze linguistiche

Con intelligenza collettiva Pierré Levy ha indicato quel tipo di intelligenza distribuita che si trova ovunque sia presente “umanità” in senso di essere umano. 
Parte dal presupposto che ognuno di noi abbia delle competenze che possono essere utili a qualcun altro. 
In questa intervista, spiega il concetto.


Con l’introduzione delle reti la possibilità di accedere al deposito informativo e conoscitivo, diventa molto più facile e da subito, dalle prime reti nascono dei centri sinergici in cui si concentra questa forma di conoscenza.

Ci sono le comunità virtuali, termine che nasce e si diffonde grazie all’analisi di Howard Rheingold, che per primo ne delinea gli aspetti principali nel suo libro “Howard Rheingold, Comunità virtuali, Sperling e Kupfer, Milano 1994.
Egli ne fa una prima grande classificazione in riferimento alle caratteristiche comuni, dividendo i centri di aggregazione in “associazioni” e “forme di tecnosocialità fluttuante” in cui le prime si configurano come gruppi organizzati secondo ruoli e regole definite. Spesso il senso di appartenenza a questi gruppi è molto forte e viene rinnovato periodicamente tramite l’adesione a progetti comuni. 
Nel secondo caso invece esprimono più la necessità di socialità e non hanno una struttura gerarchica.

Egli, 
basandosi sulla motivazione, opera una seconda distinzione, individuando tre tipi differenti di comunità: 
  • Comunità d’interesse o strumentali, dove gli utenti si scambiano opinioni, come liste di discussione e di confronto: i forum. 
  • Comunità di relazione o espressive che hanno la caratteristica di favorire forti legami interpersonali, come può accadere nelle chat. 
  • Comunità di fantasia o di sperimentazione dell’identità: un esempio contemporaneo è second life. 
Esistono due differenti comunità che condividono lo stesso interesse ma che hanno dato un’impostazione diversa. Entrambe si occupano di tandem, un'attività notoriamente conosciuta per lo scambio di competenze linguistiche tra studenti di madrelingua. Generalmente è conosciuto nello scambio in presenza ma con l’avvento di internet le potenzialità di questo strumento sono aumentate vertiginosamente.

Il primo sito proposto è livemocha.com che ha le caratteristiche di un social-network in cui gli utenti si iscrivono e hanno la possibilità sia di seguire lezioni di lingua che creare gruppi basandosi sulle lingue di studio.

Il secondo invece è polyglotclub.com che non funziona come un socialnetwork ma segue la struttura di una pagina web dinamica a cui si accede iscrivendosi.

Entrambi danno la possibilità di organizzare degli incontri tandem on-line tramite chat e video chiamate, di partecipare a dei forum di proporre esercizi e soluzioni.

La differenza sta nel fatto che il primo assomiglia più ad una forma di tecnosocialità fluttuante, mentre la seconda rispecchia più un'associazione perché periodicamente si organizzano incontri e gli utenti sono invitati a partecipare a progetti e seminari in presenza. I ruoli sono definiti in entrambi i casi, anche se, mentre in livemocha sono mobili, con la possibilità di avanzare di livello seguendo un percorso definito, nella seconda restano standard.

Produzione di conoscenza "dal basso"

Peppino Impastato e Radio Aut
Le tecnologie della rete favoriscono l'intelligenza collettiva; il web è un territorio ideale alla produzione di conoscenza "dal basso".


L'informazione non è più monopolio di agenzie produttive quali giornali e televisioni, che rispondono anche ad esigenze economiche ed altri interessi funzionali alla proprietà. 

Il broadcast è superato dal point to point in cui ogni "punto" è un potenziale produttore di contenuti.


Il web 2.0 permette la produzione di informazione muovendo dal concetto di P. Anderson "More is different" nel senso che la moltitudine di produttori e di fruitori dell'informazione fa la differenza. 


  • YouReporter è un sito in cui si può cercare o aggiungere informazione ed è un esempio di come essa possa essere concepita dal basso, da una nuova figura, il prosumer che non è più solo un consumatore, ma può diventare produttore di un servizio giornalistico. La varietà delle notizie postate nel sito è un indicatore della flessibilità e del livello di approfondimento raggiungibile.
  • I blog sono luoghi di produzione di dibattito su temi diversi e a livelli di approfondimento diverso. Potenzialmente sono produttori di informazione; basti considerare la quantità e la qualità dei blog animati da giornalisti e la loro presenza collegata alle testate giornalistiche tradizionali on-line.
  • Linkedin è un social network generatore di conoscenza in campo professionale. Lo scambio di informazioni al suo interno può generare nuove conoscenze e incontri virtuali, occasioni di aggiornamento e di conoscenza. 
  • I molti forum presenti in rete, come quello di Yahoo, sono luoghi in cui si possono formulare quesiti da sottoporre all'intelligenza collettiva.


    Facebook e altri social network stanno diventando oggetto di interesse per i selezionatori di personale. Non basta inviare il proprio Curriculum Vitae a un'azienda per proporsi come candidato ideale per un lavoro, spesso i selezionatori cercano sui social network i loro canditati, provocandoli in conversazioni in modo da verificare se il CV già inviato in azienda corrisponde a ciò che il candidato evidenzia della propria professionalità e del proprio carattere. 
    I social network sono usati per smascherare i candidati e carpire informazioni di tipo psicologico e caratteriale in base alla profondità e alla pertinenza delle argomentazioni proposte. 

    Altre interessanti segnalazioni:

    TED, acronimo di Technology Entertainment Design: idee degne di diffusione è un progetto nato negli anni ottanta per le conferenze e oggi, grazie a una politica fondata sulla licenza Creative Commons, conosce una diffusione straordinaria. Questo è il link per i video tradotti in italiano da volontari nello spirito della condivisione libera e gratuita del web 2.0.


    selfpublishingschool.it un social learning, una community per insegnare il selfpublishing, ossia pubblicare e promuovere da sè il proprio e_book.
    insegnalo.it un social learning che si prefigge di Seminare IDEE per connettere CONOSCENZE, coltivare SAPERI e raccogliere COMPETENZE.
    Come spiega Wikipedia, Liquifeedback.org "è un software libero per la formazione di opinioni politiche e del processo decisionale, secondo i principi della democrazia liquida, la quale integra sia i concetti di democrazia rappresentativa che quelli di democrazia diretta. LiquidFeedback è destinato a gruppi di persone (partiti, associazioni, club o gruppi vari) che desiderano dotarsi di un software in grado di valutare le opinioni dei loro membri, senza le limitazioni di un forum internet tradizionale."
    E' il software che verrà utilizzato dal Movimento 5 stelle per stendere il programma politico.
    I media tradizionali e i luoghi della politica si sono dovuti o voluti, adeguare a questa nuova realtà e hanno imparato a tenerne conto. 
    Il movimento M5S usa la rete per comunicare, dibattere e decidere, così come già fanno altri movimenti, uomini politici e partiti, come per esempio, il comitato di difesa della Pedemontana veneta e il movimento No Dal Molin.

    CafeBabel è una rivista europea di attualità tradotta in molte lingue.
    La varietà degli argomenti è molto vasta e stimolante, il punto di vista è spesso quello di giovani in mobilità per l'Europa che da autentici reporter ne raccontano cronache e curiosità in modo piuttosto accattivante. 

    Tra i media più coinvolti nell'integrazione dei metodi consolidati del passato e le opportunità offerte dalla tecnologia digitale, segnalo Servizio Pubblico, la trasmissione televisiva ora in onda su La7, in cui l'informazione si "nutre" delle tecnologie offerte dalla rete. Il "peccato è originale": dopo l'editto bulgaro e le successive polemiche con i dirigenti della Rai, Michele Santoro ha continuato a fare informazione appoggiandosi ad alcune reti televisive locali, ma sopratutto, in streaming via web. 

    Tra gli effetti collaterali penso al "cinguettio" con cui la moglie del presidente francese Hollande, ha influenzato l'ultima scadenza elettorale legislativa ai danni di Segolene Royale.
    Il fatto è degno di nota in quanto la "premiere dame" di Francia si è espressa contro la candidata dello stesso partito del marito.