giovedì 28 gennaio 2021

Piattaforme d'oro

di Telmo Pievani professore ordinario presso il dipartimento di Biologia dell’università degli studi di Padova

 

Solitamente sono molto distratto quando ascolto le notizie di borsa, soprattutto quando si parla di piani di risanamenti aziendali da parte di grandi multinazionali. Pochi giorni fa, però, una notizia mi ha particolarmente attratto: una nota piattaforma digitale di videoconferenze californiana valeva a Wall Street sei volte il gruppo automobilistico FCA. Un segno di un cambiamento dettato dal lockdown? C’è sicuramente una logica in tutto questo ma mi faccio delle domande: su tutti i profitti fatti così velocemente in questi mesi, quante tasse si pagano e dove? Quella somma di denaro a quante persone va, che tessuto sociale feconda? Ha senso, infine, che un oligopolio abbia la possibilità di controllare aspetti così importanti della nostra vita sociale, lavorativa e universitaria? Pongo solo delle domande: non so dare risposte. Certo, ci sono stati problemi di sicurezza e di privacy ma non ho le competenze per entrare nel merito.

Mi chiedo se questa economia così veloce, tutta improntata alla facilità (di uso e di reperimento), questa rapacità e queste storie di eroi fondatori che con una singola idea diventano miliardari, non porti con sé qualche problema di narrazione, di retorica. C’è qualcosa che non va? Sono narrazioni – quelle delle fortune della Silicon Valley ­– che affascinano, certo, ma dietro mancano in un lato importante: quello etico e sociale.

Fonte: unipd

https://youtu.be/Q2skipT2DI4

giovedì 14 gennaio 2021

Dal transumano al postumano

 

Dal transumano al postumano

Elon Musk apre le porte al postumano…

A luglio di quest’anno la Food and Drug Administration ha concesso alla società Neuralink del miliardario Elon Reeve Musk, l’ideatore delle automobili elettriche Tesla, una “designazione rivoluzionaria” del suo dispositivo consentendo al progetto di avanzare ulteriormente nelle fasi di test.

Ma di cosa stiamo parlando? Elon Musk lo ha svelato al pubblico qualche giorno fa: un prototipo funzionante di Neuralink, un impianto cranico in grado di comunicare con le cellule cerebrali.

Avete letto con attenzione? È stato presentato un microchip cerebrale come una cura rivoluzionaria per una serie di disturbi importanti (perdita di memoria, cecità, convulsioni, ictus e persino tossicodipendenza). Siamo di fronte purtroppo al preludio di un futuro dispotico da incubo!

Musk in persona ha mostrato un dispositivo funzionante, impiantato nel cervello di un povero maiale, ed ha esordito dicendo che era “davvero entusiasta di mostrarvi quello che abbiamo. Penso che vi lascerà a bocca aperta”.

La dimostrazione consisteva nel convincere una scrofa di nome Gertrude (con il chip cerebrale impiantato) a lasciare il suo recinto, a mangiare a comando, cioè quando lo ordinava Musk, e altre amenità simili. Ad un secondo maiale invece avevano rimosso il dispositivo cercando di dimostrare che un animale può vivere benissimo anche dopo averlo tolto, mentre il terzo animale non aveva alcun dispositivo, e quindi fungeva da controllo.

L’ultima versione del Neuralink ha le dimensioni di una “grande moneta” ma è abbastanza sottile da stare attaccato al cranio: “invisibile e tutto ciò che puoi vedere dopo è una minuscola cicatrice”, ha precisato Musk.

In effetti, potrei avere un Neuralink in questo momento e tu non lo sapresti – forse lo faccio

Elon Musk

La società spera di rendere il dispositivo accoppiabile con un’applicazione per smartphone tramite Bluetooth, per potenziali applicazioni mediche e persino per convogliare la musica direttamente nel cervello. Avete capito? Potremo ascoltare le canzoni di Sanremo direttamente da dentro l’encefalo.

Musk è dell’idea che sarà possibile installare l’impianto in meno di un’ora: “puoi entrare la mattina e lasciare l’ospedale nel pomeriggio, e senza anestesia generale”.

Gran bella idea, non c’è che dire.

Lo scopo della dimostrazione era accalappiare persone interessate: “Vogliamo che persone brave a risolvere problemi si uniscano all’azienda e ci aiutino a completare questo dispositivo, a prendersi cura degli animali, scrivere il software, creare i chip e produrre tutto”. E perché no, magari trovare anche qualche cavia umane pronta a farsi aprire il cranio per far evolvere la Scienza o solo per soldi! E forse non è un caso che utente scherzosamente, o forse no, ha risposto all’appello di Musk: “Se paghi il mio prestito studentesco e il mutuo, violerò le leggi sull’etica medica per far avanzare Neuralink. Posso essere comprato, parliamone”.


Il grosso problema è che il Sistema sta andando avanti con simili esperimenti, anche perché il microchip è senza ombra di dubbio uno dei tasselli chiave per il controllo globale.

Moltissimi film di fantascienza ci stanno programmando mentalmente, socialmente e antropologicamente ad un futuro nel quale uomini e macchine non solo convivono ma interagiscono fino a scambiare i propri ruoli: robot dall’aspetto umanoide e addirittura coscienze umane uploadate in macchine.

Hollywood (e per estensione anche la televisione) non è solo un colosso dell’intrattenimento: è la fucina di partenza dei cambiamenti socio-culturali della società. I film possono condizionare le masse e modificare la realtà!

Nella filmografia che anticipa quello che avverrà con precisione quasi millimetrica, l’elenco è infinito: da Metropolis del 1927 a Ultimatum alla Terra del 1951, Il mondo dei robot (1973), Tron, Blade Runner, Guerre Stellari, Alien, Elysium, Terminator, Robocop, Stra Trek, Io Robot, L’uomo bicentenario, Matrix, Ex Machina, Trascendence, Gost in the Shell, ecc. ecc.

Migliaia di film nei quali il futuro è sempre descritto e rappresentato come un nero periodo nel quale l’ingerenza delle macchine nella vita si fa sempre più pressante.

Le automazioni saranno così normali nella società, che l’uomo stesso sarà composto da pezzi meccanici. Gli organismi cibernetici sono sempre più una realtà, perché il confine che separa la specie umana dalle macchine sta per essere superato…

Tutto questo va sotto il nome Transumanesimo, una filosofia secondo la quale la tecnologia deve superare i limiti imposti dalla natura all’uomo, potenziandone le capacità fisiche e cognitive.

Se l’uomo quindi potrà superare i propri limiti grazie alle conoscenze cibernetiche, robotiche e all’Intelligenza Artificiale, teoricamente potremo arrivare al punto di dover ridefinire l’uomo e la Vita stessa.

Il transumano indica un essere umano tecnicamente incrementato, in transizione verso una nuova forma evolutiva, ma quale forma? Quella post-umana!

Il transumanesimo infatti conduce al postumano: una condizione che pone radicalmente in discussione il concetto di umano. Il postumano propone di contribuire a costruire un paradigma non antropocentrico, quindi non oltre l’uomo, ma DOPO l’uomo, per cui andranno rivisti anche certi dualismi: umano-non umano, biologico-tecnologico, ecc.

Ma quand’è che un uomo che trasforma e modifica il proprio corpo con protesi meccaniche non è più uomo? Dove sta il limite superato il quale si perde l’umanità e si diventa macchina?

Viceversa, un robot avente intelligenza artificiale e innesti biologici rimane sempre macchina o può un giorno essere riconosciuto come vivente?

Sono domande per noi apparentemente folli, ma tra qualche decennio ci dovremo convivere tutti, perché la Finestra di Overton si è spalancata, ed Elon Musk è certamente un ottimo rappresentante di questa distopia…

Fonte: effervescienza