giovedì 7 marzo 2024

ChatGPT usato da 2 studenti su 3, ma pochi saprebbero spiegare come funziona.


[...] se, da un lato, la capacità di usare le intelligenze artificiali sarà una competenza chiave in futuro, dall’altro apre a problemi di gestione degli strumenti stessi. Come sempre, bisogna bilanciare opportunità e rischi. Infatti gli algoritmi sono ancora imperfetti, e i contenuti che restituiscono sono spesso poco accurati. Per non parlare dei prodotti volutamente fake (falsi), messi in circolazione grazie all’aiuto dell’AI, che solo occhi e orecchie allenati sanno smascherare. Un’opera di discernimento che, purtroppo, la stragrande maggioranza dei giovani utenti che si approcciano a questo mondo è impreparata a fare: appena il 27% degli intervistati dice di conoscere il funzionamento del “deep learning” generativo e di saperlo illustrare perlomeno a grandi linee.

Questo nonostante l’AI, sebbene sia diventata un argomento di massa solo in tempi recenti, è sotto i nostri polpastrelli da tanto tempo, essendo una delle portanti degli algoritmi che governano i social network. Strumenti così potenti da portare i giovani utenti a perdere il controllo del tempo speso – accade sistematicamente all’82% degli adolescenti intervistati – contribuendo ad aumentare le ore di permanenza quotidiana in ambienti digitali: per il 40% stimabile dalle 5 ore in su. Un dato in calo rispetto al periodo pandemico ma comunque significativo. E gran parte della “colpa” è proprio dell’intelligenza artificiale che comanda gli algoritmi, che li tiene incollati allo schermo con contenuti confezionati in base ai loro gusti e alle loro abitudini d’uso. Una dinamica questa che, peraltro, i ragazzi sottovalutano: 2 su 3 ritengono di avere la possibilità di controllarli o addirittura di influenzarli e aggirarli.

Fonti: 

Giorgio Bianchi Photojournalist

Orizzontescuola

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